giovedì 17 ottobre 2013

IL VIAGGIO TRANSITALIANO: TAPPA 1

Ovvero la partenza

se ti sei perso i primi due capitoli di questa fantasmagorica avventura, li puoi recuperare qui e qui.
se non te li sei persi sai a che punto siamo rimasti o se invece semplicemente non ti frega nulla di sapere cosa e' successo prima prosegui pure la lettura.
E' arrivato il momento di partire. Forte del mio training potentissimo, per sicurezza ho trovato tutti i collegamenti ferroviari per rientrare a casa. Tutti rigorosamente regionali. Male che vada sara' una avventura pure quella, grazie Trenitalia.
Grazie al cazzo, aggiungerei.
Un altro motivo per cercare un percorso alternativo alla bici e' stato dettato anche da motivi metereologici: da qualche giorno infatti pioveva a secchiate, con contorno di tuoni, fulmini e saette. Perche a noi farci mancare qualcosa ci fa schifo. E siccome Milady e' una bici  con forcelle in carbonio, e ultimamente non mi bacia manco la fortuna per sbaglio, magari e' meglio non farsi trovare per strada con sotto al culo un mezzo che potenzialmente attrae scariche elettriche da 1.21 Gigawatts di potenza.
L'ultimo che ne ha preso uno e' ancora li che trema. Ed era in macchina.
Il giorno della partenza vengo appunto svegliato in anticipo sulla tabella di marcia da un temporalone di quelli grossi. Potrei dirvi che e' durato un sacco di giorni ma questa idea sembra che sia venuta a parecchi quindi diro' semplicemente che alla fine ho optato per partire col treno. Se e' vero che chi ben comincia e' a meta' dell'opera, annamo bene.
Il piano consiste nell'arrivare a Lamezia Terme in treno nella speranza che intanto finisse di piovere, fare una tappa ad Amantea dove tramite l'internet ho trovato un negozio di bici che avrebbe potuto fare un check up alla bici per poi proseguire verso Paola - Paola - Stazione di Paola.
Il check up andava fatto dal momento che per caricarla in aereo ho dovuto smontare Milady e avendo lo stesso quantitativo di conoscenza in montaggio e manutenzione bici e in fisica quantistica*, in un momento di epifania (o istinto di sopravvivenza) ho pensato che non sarebbe stata una cattiva idea se l'avessi fatta vedere da qualcuno piu esperto. tipo un anziano qualsiasi.
Che io poi ce lo so che siete gia li a pensare "ma guarda questo! come si fa a fare un viaggio del genere senza conoscere nulla di biciclette!" e sorridendo vi regalo un sacchettino di "cazzi-vostri": due cucchiai a colazione e passa la paura.
Insomma si parte! il piano e' stato cambiato all'ultimo (non succedera' mai in questo viaggio), gli zain sono pieni, la bici e' a posto' l'umore e' a zero. Ogni volta che s'ha da fare qualcosa di nuovo, immediatamente prima del via sono li a ripetermi chi me lo ha fatto fare. tipo che la partenza sembra piu un andare verso un immaginario patibolo. Poi pero' si parte e non e' vero un cazzo e ce la si spassa a dumila.
Alla stazione successiva il controllore ferma il treno.
Se dovessi dare una interpretazione ai messaggi subliminali che l'universo mi sta mandando potrei dire con quasi certezza assoluta che:
1) l'Universo non vuole che io parta.
2) il prossimo segno sara' un meteorite che colpira' il treno facendolo esplodere e lanciandone i resti per aria che comporranno la scritta "'MA 'NDO CAZZO TE CREDI D'ANNA !"
L'Universo abita al Testaccio.
La causa della fermata coatta del treno e' dovuta al fatto che due passeggeri non trovano soldi e documenti da mostrare al controllore. Che di secondo lavoro fa il mago perche con una parola magica fa apparire gli oggetti scomparsi nelle tasche della coppia.
La parola magica era "adessochiamoicarabinieri".
Da Tropea a Lamezia il viaggio scorre liscio, nessun meteorite colpisce il treno e addirittura il cielo schiarisce.
Sceso dal treno, tocca vestirsi per la pedalata (col cazzo che mi vedrete MAI vestito da ciclista se non ho da mettere il culo in sella in 30 secondi).
La tenuta consta di (dal basso verso l'alto)
1) scarpa da ginnastica in sostituzione delle infradito. Avrei potuto optare per le scarpette professionali, quelle che si agganciano al pedale ma poi mi dimentico di essere incollato ai pedali e cado male. True Story
2) pantaloncino attillato con rinforzo per il culo (grazie a te che li hai inventati, ti dovrebbero fare un monumento) nascosti durante il viaggio in treno sotto le braghe normali.
3) maglietta di plastica. dicono che sia traspirante.
4) caschetto. che ti salva la vita ma uccide il buon gusto.
La strada non la puo' sbagliare neanche una donna se volesse**: basta andare dritto e arrivi a Paola, passando per Amantea.
Pedalata tranquilla, la strada e' buona e costeggia il mare, temperatura ideale per mettersi in marcia, poco traffico, tutto sembra andare per il verso giusto quando davanti a me si presenta un nuovo imprevisto: una galleria, e anche piuttosto lunga. Inutile dire che il ciclista nella scala del potere stradale si pone solitamente tra l'"idrante" e il "riccio" ma in galleria la sua posizione scende vertiginosamente in zona "pozzanghera", ovvero quello che potrebbe diventare se lo tirano sotto. una pozza di cattivo gusto, e non solo per il caschetto.
Arrivato ad Amantea mi dirigo verso il negozio di bici che, guarda un po', e' chiuso per turno. Un anziano signore, gentilissimo mi dice che poco piu avanti ce ne sta un altro e mi ci fiondo. Casomai vi fosse venuto il dubbio, era chiuso pure questo. Il negoziante, mi informano i vicini, e' appena tornato dal mare e scendera' a momenti. Un ora dopo non si vede e quindi anche vaffanculo, si prosegue verso Paola.
La strada prosegue ancora un po' vicino al mare poi a 13km da Paola la Statale 18 comincia a salire, di quelle salite lunghe ed e' proprio qui dove il training a provola e nduja ha dato il meglio di se' facendo urlare alle gambe epiteti irripetibili e incomprensibili che pero' sono quasi sicuro avessero a che fare con i miei avi e direi i santi del calendario in ordine inverso. Entrato in citta' (il centro di Paola NON e' sul mare, ora lo so) la salita si fa ancora piu ripida tanto che le macchine rumoreggiano a suon di prima ingranata. All'urlo di "ma anche no" scendo e arrivo all'ostello della gioventu' a piedi. L'ostello e' su tre piani, non c'e nessuno e mi mettono all'ultimo. L'ascensore c'e' ma non va. Un po piango dentro. Accendo la tv in camera e trovo Nanni Moretti che mangia da un enorme vaso di Nutella e mi tiene compagnia fino a che non esco per comprare il pranzo al sacco per il giorno dopo e andare a cena. Non varrebbe la pena neanche di scriverlo, ma il posto che mi avevano detto di provare quel giorno aveva una festa di compleanno di qualche ragazzina che aveva prenotato per la sua festa di compleanno. Augurandole di strozzarcisi felicemente male con quello che avrebbe mangiato, mi dirigo verso la piazza in cerca di qualcosa d'altro. Qui dei ragazzi stanno facendo il sound check per il loro concertino di cover '50 '60 '70 che mi fara' da colonna sonora mentre butto giu' questo pezzo.


*questo non sara' un motivo sufficientemente valido dal trattenermi ad atteggiarmi come massimo esperto di entrambe le materie, per osmosi
** studi scientifici hanno dimostrato che un numero considerevole di donne non riconosce la destra dalla sinistra. di queste tutte, se glielo fai notare, si incazzano pure.

1 commento:

Paolo Fazio ha detto...

e dai dai dai con la Tappa 2, non far credere di essere molto impegnato con il lavoro...