E' passato poco piu di un mese dal mio arrivo a Singapore e un paio di impressioni su questa citta'-stato me la sto facendo. Singapore e' la citta' perfetta: hai da divertirti, puoi comprare tutto quello che vuoi e quando vuoi, sei ad un nulla da altre localita' meravigliose, ha un sacco di natura e la modernita' si mescola perfettamente con la tradizione. O meglio le tradizioni dal momento che qui si possono incontrare un miscuglio di culture differenti, dalle piu autoctone cinesi e malesiane, a quelle piu "illuministiche".
Lads and Gents please welcome the DIVAGAZIONI
In realta e' la prima volta che uso in un contesto del genere questo termine, illuministiche, anziche occidentali poiche il nostro pianeta e' rotondo e in quanto tale ci sara' sempre qualcosa piu' ad ovest di altro.
Da qui e' l'Europa ad essere Estremo Oriente e la zona Mesopotamica e' per loro il Far West.
Punti di vista.
Prospettive.
Anziche' averne una sola, quella dell' "uomo bianco", viaggare lontano te ne fa vedere altre.
A volte, se ne si ha voglia e la curiosita'.
A volte no.
"Illuministico" mi piace perche' rappresenta il momento storico fondamentale che iniziato con Galileo, ha portato la civilta' europea a quello che e' oggi, paradossalmente assieme alla religione cristiana. Perche' l'illuminismo prevede certamente la superiorita' della ragione ma rimane ancorato alla visione dualistica tipica delle religioni monoteistiche mediterranee tra le quali spicca quella cristiana poiche inoculata nel territorio nei secoli da imperatori e sovrani vari. Il principio di queste religioni che mi interessa si basa sulla distinzione netta tra il bene e' il male, un bianco e nero senza possibilita' di sfumature. In poche parole, la pretesa di universalita'
Il mio cavallo di battaglia per spiegare questo concetto e' un esempio sul settimo comandamento, non rubare. chiaramente generalizzo, ma per molti cristiani rubare e' un peccato gravissimo, poco importa se rubi una confezione di lenticchie perche i tuoi figli stanno morendo di fame e non hai i soldi o se invece lo fai per arricchirti arrecando danno ad altri. Rubare e' male e non rubare e' male. Punto. Fine della storia. E l'illuminismo con tutto quelloche ne consegue cambia le carte in tavola ma non le regole del gioco: la Ragione come metodo universale per il bene, resto male. Tradotto anche con "io so io e voi nun siete un cazzo", che esprime forse meglio l'idea intrinseca di superiorita' di un concetto (il Bene, Dio, la Ragione, la Scienza e la Tecnologia, la Democrazia e la cucina tipica bolognese) su l'altro (il Male, Satana, la Passione, la Religione e le Tradizioni, l'Anarchia e la novelle cuisine) rimanendo spesso nell'ambito appunto concettuale dei principi e delle idee senza mai contestualizzarlo nella vita quotidiana.
Tra le comunita' asiatiche e' piu frequente invece l'idea di relativizzare i concetti mettendoli in prospettiva, eliminando cosi la dicotomia assolutistica bene/male con il principio che scientificamente viene detto "dello yin/yang", quel cerchio composto da due gocce all'interno delle quali vi e' un cerchio piu piccolo del colore opposto, a rappresentare come non possa esistere un bene assoluto o un male assoluto. So che molti cristiani storceranno il naso, ma volendo questa idea si trova tranquillamente anche nella Bibbia: Dio e' per definizione in tutto, quindi anche nel suo opposto, altrimenti vorrebbe dire che esiste qualcosa che e' esterna a Dio e questo per definizione non puo essere. e' in ogni cosa e creatore di tutto, anche di Lucifero il quale a sua volta e' fatto della stessa sostanza degli angeli essendo stato lui uno di loro, anzi il piu vicino a Dio.
Per farla ancora piu' semplice e generale: non esiste una verita' universale (e se non esiste non ha manco senso cercarla). e ognuno ha il diritto crea il proprio modo di rappresentare il mondo.
Questo ragionamento e' (molto semplificato) il concetto alla base di molte culture asiatiche e dell'Esistenzialismo in Europa. Ovviamente questo e' il mio personalissimo modo di vedere le cose e chiunque e' libero di vederla in un altro modo altrimenti di che abbiamo scritto fino ad adesso?
Tornando a bomba su Singapore si diceva che era la citta' perfetta e bla bla bla. Ed in effetti sulla carta lo e' cosi come molti probabilmente la troveranno tale. Ma io la trovo un po troppo perfetta, troppo costruita a tavolino. Singapore mi sembra un enorme parco giochi: divertente e bello per un breve lasso di tempo, ma alla lunga ti accorgi che e' tutto costruito, finto. Anche l'aria, dato che ovunque c'e la presenza di condizionatori che sputano getti freddi a palla di cannone, non e' quella reale. Sembra una contraddizione ma il suo unico difetto e' cercare di non avere difetti o, per riprendere il discorso di prima, essere tutto bianco (o tutto nero) ma finendo invece per lasciarmi la sensazione di irrealta'. Con questo non intendo dire che e' una brutta citta', ci sono cose che se non avessi visto qui avrei dovuto fare probabilmente altri viaggi piu complicati, o non ha mai trovato una citta' cosi' pulita in tutte le sue strutture (Little India a parte), pubbliche o private, una maniacale efficenza burocratica e una marea di altri pregi, tutti che stanno nella mia personalissima lista "la mia citta ideale" eppure non parte, non c'e feeling. A dispetto del clima, la citta' ti accoglie freddamente. anzi non ti accoglie affatto, ti lascia farequello che vuoi, silenziosamente controllando che tu non esca dal seminato che Singapore ha previsto per te. Le trasgressioni costano caro, iniziando dal ridicolmente elevato prezzo dell'alcool, alle multe che toccano i 1000 dollari se mangi in metro e nelle sue stazioni, fino alla pena di morte per spaccio. Per carita', alcune limitazioni sono pienamente condivisibili e vorrei che in Italia prendessero spunto per qualche forma di educazione civile. Ma cosi l'impressione che mi lascia e' quella di una esasperata ricerca di privazione del "lato dionisiaco" a favore di un assoluto "lato apollineo", una citta' ragionata nel piu piccolo particolare senza un briciolo di sentimento. E non sto parlando delle persone, ma della cittla' inteso come organismo vivente di per se' e di cui la popolazione ne e' una parte, pulsante e necessaria certo, ma non la sola a definire la citta' stessa. E come ogni organismo contiene una parte di ragione e sentimento piu o meno in equilibrio tra loro, cosi e'anche nelle citta'. Tutte le citta' tendono all'ordine ma spesso se ne riesce a cogliere il sentimento che le accompagna.
Londra e' una vecchia signora freneticamente nevrotica, sempre di corsa dietro a mille impegni e non sempre riesce atenere tutto sotto controllo
Granada e' una ballerina, in la con gli anni, un po' impigrita e disordinata, ma estremamente affascinante e giovanile.
Vancouver, e' una ragazza di provincia, serena, semplice e tranquilla. Si sente che non ha l'esperienza delle vecchie citta europee ma con lei non ne senti la necessita'.
Singapore e' un robot, ti affascina la precisione con cui ogni cosa e' stata progettata per far funzionare il tutto, ci giochi ogni tanto perche', ma finisce li.
sabato 23 novembre 2013
IL VIAGGIO TRANSITALIANO: TAPPA 2
Ovvero come ti vo in culo e prendo il treno.
Se ti sei perso pe puntate precedenti, ci sono solo quattro post, usa i muscoli del tuo pigro ditino grassottello per scorrere piu in basso. Altrimenti goditi la tua beata ignoranza e lamentati che il blog e' fatto male, che tu lo avresti fatto millemila volte meglio e che un tempo qui era tutta campagna. Poi guardati allo specchio e scoprirai perche il tuo paese va a rotoli.
Per arrivare a Paola ho pedalato lungo la Statale 18 che mi porta diritto alla citta', allontanandosi dalla costa e regalandomi una salita che ad oggi le mi gambe per ringraziarmi vanno a sbattere autonomamente contro gli spigoli di ogni mobile ad altezza ginocchia. Quello che ignoravo era che dopo Paola la statale continuava a salire. Forte del mio non training decido quindi di cambiare strategia e punto sulla litoranea forte di alcune certezze frutto stavolta dell'esperienza del giorno precedente. A livello pratico avrei evitato di arrampicarmi sui monti, le gallerie e i TIR diminuendo considerevolmente le possibilita' di finire spappolato sul ciglio della strada assieme alle numerosissime carcasse di animali che gia segnavano il percorso tipo sassolini di pollicino.
A livello estetico avrei potuto ammirare il panorama del mare sulla mia sinistra e attraversare i ridenti paesini lungo la costa risparmiandomi il triste spettacolo di una superstrada tra le montagne. Nono esattamente quello che avevo in mente per il viaggio. Bullandomi di questa grandissima mossa, pensando di aver beffato il destino parto: e la prima tratta e' in discesa. con un sorriso a trentaduedenti godo del vento e delle proteine gratuite cammuffate da insetti che mi si ficcano tra i denti e inizio la seconda tappa. Destinazione prevista Maratea, con pausa pranzo a Scalea. La strada prosegue pianeggiante senza troppe difficolta e io me la rido sotto i baffi per questo lampo di genio improvviso non sapendo ancora cosa mi sarebbe capitato.
Essendo fine agosto i paesini sul lungomare si vanno svuotando lasciando le strade pressoche deserte ed un atmosfera da villaggio fantasma che levati signora mia! Da alcuni edifici deserti, bruciati dal sole e la salsedine a cui va aggiunta una manutenzione condominiale fatta con bombe a mano, ti aspetti da un momento all'atro vedere il luccichio di un fucile da cecchino pronto a farti secco. e siccome l'unico altro essere vivente li attorno ero io, ho accellerato il passo. sai mai che per una volta il mio sesto senso ci pigli. (SPOILER: NO)
Inizialmente piu che paesini, erano piuttosto agglomerati di condomini attorno ad una strada con (nell'ordine) tabacchicartoleriaedicola, minimarket e se andava di culo una macelleria. Perche se sei sul mare du salsiccette s'hanno da magna'. La sensazione che il lampo di genio mi avrebbe evitato si alcune difficolta ma procurate altre arriva appena entrati in nel primo paese degno di questo nome, che si dirama su piu di una strada ed e' addirittura fornito di segnaletica stradale, cosa bizzarra dal momento che nessuno ne conosce il significato. Appena entrato quindi cerco il lungomare un po' a naso e un po' con l'aiuto del mio telefonino Hi Tech con GPS incorporato di cui non faccio pubblicita ma ora che Snowden se ne e' uscito con queste cose delle intercettazioni, se mai verranno rese note le mie, sara il caso di trovare una scusa plausibile per tutte quelle pagine riguardanti "anal plug usb music player". Cosi su due piedi direi per ottimizzare gli spazi quando sei in viaggio in bici. Magari ci credono (SPOILER: NO)
E qui il dramma. Perche il telefonino ha la possibilita di geolocalizzarti su una nota mappa che sta in internet, ma la suddetta mappa non distingue i sensi unici ma suprattutto una mulattiera sterrata da un strada cittadina qualsiasi.
Ed e' infatti una mulattiera sterrata che mi si para innanzi.
alle 11.30 di quel mattino.
e in cielo non una nuvola una.
Con lo stesso entusiasmo che avrei nell'ascoltare un brano di Povia scendo e comincio a farmela a piedi.
Ora avevo previsto di fare uno di quei pippotti sulla rapporto ciclista e bici come metafora del rapporto di coppia, dove la bici ha i suoi limiti e tu devi volerle bene per quella che e' eccetera eccetera ma solo a pensarlo mi sono cadute le palle sotto al tavolo. Percio' anziche' scriverlo vado a recuperare le mie gonadi, voi accontentatevi di queste poche righe qua sopra, se volete sviluppate il concetto liberi di farlo. Altrimenti andiamo oltre che senno' non si finisce piu' signora mia.
Finita la mulattiera e i santi del calendario, salgo in sella e proseguo fino a Scalea, tappa intermedia dove avevo previsto la pausa pranzo. Seduto su una panchian coperta dall'ombra di un alberello piantato sul marciapiete della strada principale del paese, consumo la frutta che mi ero portato con me e mi guardo attorno.
Il deserto. Sono le due del pomeriggio, nessun negozio aperto, neanche i bar, e solo una signora si avvicina all'orizzonte. Magari vuole uccidermi e prendere possesso della panchina, unica zona d'ombra nei paraggi, e sono pronto a difendere la mia posizione coi denti. In realta' se non fosse stato per la signora le cose avrebbero preso tutta un altra piega che le mie gambe non avrebbero retto. Si perche la signora mi si avvicina incuriosita e mi chiede dove sto andando e dopo averle risposto mi indica le montagne dicendo "Maratea e' lassu'"
La ringrazio mentre contemporaneamente penso "COL CAZZO!": mi rimetto in moto e mi dirigo in stazione, direzione Salerno. Mi piange un po il cuore saltare Agropoli ma non ne ho proprio cazzi di scalare.
In stazione il karma si rifa' vivo ricordandomi che puoi essere gentile onesto ed educato finche' ti pare, ma se ti pigliano male non ce ne sta per nessuno. E non so a voi, a me e' capita spesso. Chissa perche, forse per i due o tre disegni sulla pelle, boh.
ho dato un titolo a questa esperienza: L' ITALIA IN UNA STAZIONE
In stazione l'orario ufficiale Trenitalia mi dice che c'e' un regionale (unico treno usufuibile dai portatori sani di bicicletta) abilitato al trasporto bici (perche scopriro' piu avanti che non tutti lo sono, giusto per rendere il tutto piu interessante) alle 16.05. La biglietteria e' chiusa ma c'e un distributore automatico. Easy Peasy. Ma anche no. La biglietteria automatica accetta banconote e carte varie ma non puo' emettere i biglietti. In pratica un culo senza ano. Faccio presente la cosa all'unico evidente lavoratore in stazione, il barista, sperando che avesse dei biglietti chilometrici o una bacchetta magica ma non possiede nessuno delle due cose. Al loro posto ha due informazioni utili: la vera biglietteria non e' quella nell'atrio ma sta sulla strada a cento metri dalla stazione (riaccendiamo la speranza) e apre alle 16.30 (seppelliamo la speranza). A questo punto l'unica soluzione rimasta e' aspettare il treno, andare dal controllore a spiegargli la situazione e comprare da lui biglietto piu supplemento per la bici e finalmente salire a bordo in maniera del tutto regolare e legale. Il vecchio barista, possessore della conoscenza e nominato da me saggio mentore, annuisce dandomi la sua benedizione. Il regionale si ferma e io mi dirigo verso il primo vagone da dove scende il responsabile del convoglio a spiegargli la situazione e questo con la faccia da "tu sei chiaramente un drogato che non ci ha i soldi per il biglietto e mi vuoi tirare scemo adesso vedi come ti faccio la festa" se ne salta fuori con una multa di trenta euro di multa. Per chi non lo sapesse, nel caso in cui un viaggiatore venisse colto non in possesso del biglietto, dovra' pagare il prezzo del biglietto maggiorato di un valore da 5 a 50 euro, credo in base alla simpatia che il viaggiatore suscita al capotreno. Immaginate quindi quanto potevo risultargli piacevole io, come un comizio di Bossi post-ictus da tradurre in tempo reale in cinese. O piu' verosimilmente, come se dovesse fare del lavoro non previsto. Provo a fargli capire che non mi interessa cio che dice Bossi e che le mie oneste e cristalline intenzioni si sono frantumate male contro due biglietterie che non bigliettano per motivi differenti tra loro ma nulla, il capotreno e' adamantico sulle sue posizioni e a puntellare le sue ferme convinzioni ci pensa il macchinista, sceso per l'occasione a dare man forte al collega. Fino a quando non arrivano altre persone impossibilitate a fare il biglietto per il mio stesso motivo e questo deve aver fatto scattare qualche interruttore nel cervello del controllore (ad occhio e croce direi l'accensione) che per un millesimo di secondo deve aver avuto l'intuizione, consapevolezza mi sembra un termine eccessivo, di non essere vittima di un flash mob con tema "sfotti il capotreno" e che forse quel personaggio vestito a festa, coi disegni sulla pelle e la ferraglia in faccia, forse non sta raccontando balle. Ed e' qui signore e signori che si tocca il punto piu' surreale della storia, quando il capotreno nel farmi il biglietto si preoccupa di avvisarci che nel caso altri colleghi venissero a chiedermi il perche' di questo biglietto in vettura senza multa, sara' mio compito ragguagliarli sul fatto che la biglietteria automatica era guasta perche accettava solo carte. Nel caso vi foste distratti lo ripeto. Ti faccio il biglietto dove scrivo che la macchinatta e' guasta, non per il vero guasto (sai mai che qualcuno possa andare a risolverlo) ma con uno inventato.
Totalmente spiazzato, evito di farlo notare anche perche e' calabrese e come tutti i calabresi vuole avere l'ultima parola, e mi siedo.
Da qui il viaggio prosegue senza problemi fino a Salerno: albergo, cena e nanna. Le gambe riposeranno anche il giorno successivo dal momento che e' prevista un'altra tratta in treno fino a Pescara. Previsione che come al solito non avverra'.
Se ti sei perso pe puntate precedenti, ci sono solo quattro post, usa i muscoli del tuo pigro ditino grassottello per scorrere piu in basso. Altrimenti goditi la tua beata ignoranza e lamentati che il blog e' fatto male, che tu lo avresti fatto millemila volte meglio e che un tempo qui era tutta campagna. Poi guardati allo specchio e scoprirai perche il tuo paese va a rotoli.
Per arrivare a Paola ho pedalato lungo la Statale 18 che mi porta diritto alla citta', allontanandosi dalla costa e regalandomi una salita che ad oggi le mi gambe per ringraziarmi vanno a sbattere autonomamente contro gli spigoli di ogni mobile ad altezza ginocchia. Quello che ignoravo era che dopo Paola la statale continuava a salire. Forte del mio non training decido quindi di cambiare strategia e punto sulla litoranea forte di alcune certezze frutto stavolta dell'esperienza del giorno precedente. A livello pratico avrei evitato di arrampicarmi sui monti, le gallerie e i TIR diminuendo considerevolmente le possibilita' di finire spappolato sul ciglio della strada assieme alle numerosissime carcasse di animali che gia segnavano il percorso tipo sassolini di pollicino.
A livello estetico avrei potuto ammirare il panorama del mare sulla mia sinistra e attraversare i ridenti paesini lungo la costa risparmiandomi il triste spettacolo di una superstrada tra le montagne. Nono esattamente quello che avevo in mente per il viaggio. Bullandomi di questa grandissima mossa, pensando di aver beffato il destino parto: e la prima tratta e' in discesa. con un sorriso a trentaduedenti godo del vento e delle proteine gratuite cammuffate da insetti che mi si ficcano tra i denti e inizio la seconda tappa. Destinazione prevista Maratea, con pausa pranzo a Scalea. La strada prosegue pianeggiante senza troppe difficolta e io me la rido sotto i baffi per questo lampo di genio improvviso non sapendo ancora cosa mi sarebbe capitato.
Essendo fine agosto i paesini sul lungomare si vanno svuotando lasciando le strade pressoche deserte ed un atmosfera da villaggio fantasma che levati signora mia! Da alcuni edifici deserti, bruciati dal sole e la salsedine a cui va aggiunta una manutenzione condominiale fatta con bombe a mano, ti aspetti da un momento all'atro vedere il luccichio di un fucile da cecchino pronto a farti secco. e siccome l'unico altro essere vivente li attorno ero io, ho accellerato il passo. sai mai che per una volta il mio sesto senso ci pigli. (SPOILER: NO)
Inizialmente piu che paesini, erano piuttosto agglomerati di condomini attorno ad una strada con (nell'ordine) tabacchicartoleriaedicola, minimarket e se andava di culo una macelleria. Perche se sei sul mare du salsiccette s'hanno da magna'. La sensazione che il lampo di genio mi avrebbe evitato si alcune difficolta ma procurate altre arriva appena entrati in nel primo paese degno di questo nome, che si dirama su piu di una strada ed e' addirittura fornito di segnaletica stradale, cosa bizzarra dal momento che nessuno ne conosce il significato. Appena entrato quindi cerco il lungomare un po' a naso e un po' con l'aiuto del mio telefonino Hi Tech con GPS incorporato di cui non faccio pubblicita ma ora che Snowden se ne e' uscito con queste cose delle intercettazioni, se mai verranno rese note le mie, sara il caso di trovare una scusa plausibile per tutte quelle pagine riguardanti "anal plug usb music player". Cosi su due piedi direi per ottimizzare gli spazi quando sei in viaggio in bici. Magari ci credono (SPOILER: NO)
E qui il dramma. Perche il telefonino ha la possibilita di geolocalizzarti su una nota mappa che sta in internet, ma la suddetta mappa non distingue i sensi unici ma suprattutto una mulattiera sterrata da un strada cittadina qualsiasi.
Ed e' infatti una mulattiera sterrata che mi si para innanzi.
alle 11.30 di quel mattino.
e in cielo non una nuvola una.
Con lo stesso entusiasmo che avrei nell'ascoltare un brano di Povia scendo e comincio a farmela a piedi.
Ora avevo previsto di fare uno di quei pippotti sulla rapporto ciclista e bici come metafora del rapporto di coppia, dove la bici ha i suoi limiti e tu devi volerle bene per quella che e' eccetera eccetera ma solo a pensarlo mi sono cadute le palle sotto al tavolo. Percio' anziche' scriverlo vado a recuperare le mie gonadi, voi accontentatevi di queste poche righe qua sopra, se volete sviluppate il concetto liberi di farlo. Altrimenti andiamo oltre che senno' non si finisce piu' signora mia.
Finita la mulattiera e i santi del calendario, salgo in sella e proseguo fino a Scalea, tappa intermedia dove avevo previsto la pausa pranzo. Seduto su una panchian coperta dall'ombra di un alberello piantato sul marciapiete della strada principale del paese, consumo la frutta che mi ero portato con me e mi guardo attorno.
Il deserto. Sono le due del pomeriggio, nessun negozio aperto, neanche i bar, e solo una signora si avvicina all'orizzonte. Magari vuole uccidermi e prendere possesso della panchina, unica zona d'ombra nei paraggi, e sono pronto a difendere la mia posizione coi denti. In realta' se non fosse stato per la signora le cose avrebbero preso tutta un altra piega che le mie gambe non avrebbero retto. Si perche la signora mi si avvicina incuriosita e mi chiede dove sto andando e dopo averle risposto mi indica le montagne dicendo "Maratea e' lassu'"
La ringrazio mentre contemporaneamente penso "COL CAZZO!": mi rimetto in moto e mi dirigo in stazione, direzione Salerno. Mi piange un po il cuore saltare Agropoli ma non ne ho proprio cazzi di scalare.
In stazione il karma si rifa' vivo ricordandomi che puoi essere gentile onesto ed educato finche' ti pare, ma se ti pigliano male non ce ne sta per nessuno. E non so a voi, a me e' capita spesso. Chissa perche, forse per i due o tre disegni sulla pelle, boh.
ho dato un titolo a questa esperienza: L' ITALIA IN UNA STAZIONE
In stazione l'orario ufficiale Trenitalia mi dice che c'e' un regionale (unico treno usufuibile dai portatori sani di bicicletta) abilitato al trasporto bici (perche scopriro' piu avanti che non tutti lo sono, giusto per rendere il tutto piu interessante) alle 16.05. La biglietteria e' chiusa ma c'e un distributore automatico. Easy Peasy. Ma anche no. La biglietteria automatica accetta banconote e carte varie ma non puo' emettere i biglietti. In pratica un culo senza ano. Faccio presente la cosa all'unico evidente lavoratore in stazione, il barista, sperando che avesse dei biglietti chilometrici o una bacchetta magica ma non possiede nessuno delle due cose. Al loro posto ha due informazioni utili: la vera biglietteria non e' quella nell'atrio ma sta sulla strada a cento metri dalla stazione (riaccendiamo la speranza) e apre alle 16.30 (seppelliamo la speranza). A questo punto l'unica soluzione rimasta e' aspettare il treno, andare dal controllore a spiegargli la situazione e comprare da lui biglietto piu supplemento per la bici e finalmente salire a bordo in maniera del tutto regolare e legale. Il vecchio barista, possessore della conoscenza e nominato da me saggio mentore, annuisce dandomi la sua benedizione. Il regionale si ferma e io mi dirigo verso il primo vagone da dove scende il responsabile del convoglio a spiegargli la situazione e questo con la faccia da "tu sei chiaramente un drogato che non ci ha i soldi per il biglietto e mi vuoi tirare scemo adesso vedi come ti faccio la festa" se ne salta fuori con una multa di trenta euro di multa. Per chi non lo sapesse, nel caso in cui un viaggiatore venisse colto non in possesso del biglietto, dovra' pagare il prezzo del biglietto maggiorato di un valore da 5 a 50 euro, credo in base alla simpatia che il viaggiatore suscita al capotreno. Immaginate quindi quanto potevo risultargli piacevole io, come un comizio di Bossi post-ictus da tradurre in tempo reale in cinese. O piu' verosimilmente, come se dovesse fare del lavoro non previsto. Provo a fargli capire che non mi interessa cio che dice Bossi e che le mie oneste e cristalline intenzioni si sono frantumate male contro due biglietterie che non bigliettano per motivi differenti tra loro ma nulla, il capotreno e' adamantico sulle sue posizioni e a puntellare le sue ferme convinzioni ci pensa il macchinista, sceso per l'occasione a dare man forte al collega. Fino a quando non arrivano altre persone impossibilitate a fare il biglietto per il mio stesso motivo e questo deve aver fatto scattare qualche interruttore nel cervello del controllore (ad occhio e croce direi l'accensione) che per un millesimo di secondo deve aver avuto l'intuizione, consapevolezza mi sembra un termine eccessivo, di non essere vittima di un flash mob con tema "sfotti il capotreno" e che forse quel personaggio vestito a festa, coi disegni sulla pelle e la ferraglia in faccia, forse non sta raccontando balle. Ed e' qui signore e signori che si tocca il punto piu' surreale della storia, quando il capotreno nel farmi il biglietto si preoccupa di avvisarci che nel caso altri colleghi venissero a chiedermi il perche' di questo biglietto in vettura senza multa, sara' mio compito ragguagliarli sul fatto che la biglietteria automatica era guasta perche accettava solo carte. Nel caso vi foste distratti lo ripeto. Ti faccio il biglietto dove scrivo che la macchinatta e' guasta, non per il vero guasto (sai mai che qualcuno possa andare a risolverlo) ma con uno inventato.
Totalmente spiazzato, evito di farlo notare anche perche e' calabrese e come tutti i calabresi vuole avere l'ultima parola, e mi siedo.
Da qui il viaggio prosegue senza problemi fino a Salerno: albergo, cena e nanna. Le gambe riposeranno anche il giorno successivo dal momento che e' prevista un'altra tratta in treno fino a Pescara. Previsione che come al solito non avverra'.
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