giovedì 9 gennaio 2014

VIAGGIO TRANSITALIANO: TAPPA 3

ovvero come la bici a sto giro la porto in spalla.

Premessa: sono successe un po di cose da quando quello che sto per raccontare e' realmente successo. Conoscendo la mia incostanza ho provato a tenere un diario di viaggio nel quale annotare i momenti piu' importanti della giornata per poi riproporli in maniera comprensibile grazie a quella cosa chiamata sintassi. O semplicemente un susseguirsi di frasi con senso compiuto. Pero' poi ho scoperto che nella mia testa non ci sono sono io con le migliori intenzioni e l'altro con la sua incostanza cronica. Evidentemente ci deve essere anche un Mr Simpatia a caso che si e'divertito a nascondere il diario, lo ha detto a Lady Smemorina che chiaramente non si ricorda minimamente cosa le e' stato detto. E sospetto che oltre a queste due new entries ce ne siano ulteriori.
Comunque, questa divagazione schizoide per dire che non mi ricordo molti dettagli di quel giorno, fatevene una ragione e se non ve la volete fare as usual, cazzi vostri.

Si parte la mattina presto da Salerno. L'idea e' quella di scavallare l'Appennino, arrivare a Pescara e risalire costeggiando l'Adriatico. La costa tirrenica e' decisamente troppo difficile dato il mio training.
Il piano prevede un cambio a Napoli e uno a Roma per arrivare a Pescara in serata. Ovviamente l'Adriatico io lo vedro' il giorno successivo. Ma davvero ancora credete che qualcosa che io ho pianificato sia poi andato in quella direzione?
AHAHAHAHA

Beata ingenuita'.

Arrivo a Napoli con un regionale carico di pendolari e altra fauna tra cui due ragazzine vestite a festa di  fronte a me che parlano di qualcosa che forse poteva riguardare calzature, tradimenti subiti o fatti da amiche o tutto assieme. Fatto sta che il mio cervello preferisce affogare nella formalina per tutta la durata del viaggio.
In stazione scopro una nuova terribile verita': come non tutte le ciambelle escono col buco cosi non tutti i regionali possono trasportare bici

"ma c'e' il cartello che dice che si puo"
"eh ma e' vecchio!"

Vani i miei tentativi di corruzione, pagamento di supplementi, promessa di imboscamento per non dare nell'occhio: il capotreno e' inflessibile e fa il suo mestiere. E alla fine mi piace cosi o altrimenti sarei qui a scrivere di come in Italia tutti chiudono un occhio su tutto.
Tocca aspettare il successivo che partira' tre ore dopo. Tutta la faccenda cominzia a farsi piu tirata perche' a Roma oltre al cambio di treno c'e da fare un cambio di stazione e con tre ore di ritardo sulla tabella di marcia si esce a Termini esattamente quando tutti stanno iniziando a rientrare dall'officio per casa. E io, in bici.
Dovendo ammazzare quelle tre ore di attesa faccio un tentativo e chiamo un mio amico sperando che risponda, sia in zona, non abbia impegni e abbia voglia di vedermi, Sono quanti? quasi 10 anni che non ci vediamo. ho saputo che ne ha passate un po di ogni. Il telefono squilla, lui risponde. E' in giro a pisciare il cane, tempo quindici minuti e sta in stazione.
Mentre lo aspetto schivo un venditore di cornetti portafortuna, una signora che mi voleva leggere la mano e un ambulante che mi voleva dare i numeri del lotto. Mi ritrovo pero' con un accendino in piu. Nel complesso una vittoria.
Il mio amico arriva e ci raccontiamo a turno le nostre vicissitudini negli ultimi anni, i buoni propositi per il futuro (i suoi. Io ho smesso di fare programmi dato che saltano tutti per aria), ci scambiamo i vari contatti con la promessa di tenerci in contatto. Gli ho scritto a inizio dicembre, avrebbe dovuto iniziare uan nuova avventura. Non mi ha ancora risposto.

Finalmente si parte per Roma. durante il viaggio mi guardo gli alloggi a Pescara e scopro che costano quanto un trapianto di rene. Dato che costano piu che a Roma con un repentino cambio di programma decido di fare tappa nella capitale e ripartire la mattina successiva.
Esco a Termini e mi immetto sulla Nomentana (chiedendomi perche' sono li e non a Codroipo). Sono la sola bici in strada. arrivo al B&B e scopro che e' gestito da un anziano signore con la passione per la bicicletta che mi da' del matto a girare per la citta' e mi consiglia percorsi da fare fuori porta.
una volta sistemato vado per scrupolo alla stazione Tiburtina: ho il biglietto Salerno-Pescara, sono regionali non necessitano di prenotazione posso utilizzarli anche domani?
HAHAHAHAHA

NO.

Se il suo colllega avesse fatto i biglietti separati anche si. Ma cosi, in un biglietto unico no. Tocca che li rifai. Perfetto.

"ma lo ha fatto per farti risparmiare!"
"e meno male! pensa se lo faceva per farmi buttare via dei soldi!"

affogo i miei dispiaceri in una amatriciana e me ne torno al B&B.
Il giorno dopo si va a San Benedetto del Tronto.

verso quello che si rivelera' l'evento piu fico del 2013

sabato 23 novembre 2013

HOT AND ICY: DOPO UN MESE A SINGAPORE (e altre divagazioni sparse)

E' passato poco piu di un mese dal mio arrivo a Singapore e un paio di impressioni su questa citta'-stato me la sto facendo. Singapore e' la citta' perfetta: hai da divertirti, puoi comprare tutto quello che vuoi e quando vuoi, sei ad un nulla da altre localita' meravigliose, ha un sacco di natura e la modernita' si  mescola perfettamente con la tradizione. O meglio le tradizioni dal momento che qui si possono incontrare un miscuglio di culture differenti, dalle piu autoctone cinesi e malesiane, a quelle piu "illuministiche".

Lads and Gents please welcome the DIVAGAZIONI

In realta e' la prima volta che uso in un contesto del genere questo termine, illuministiche, anziche occidentali poiche il nostro pianeta e' rotondo e in quanto tale ci sara' sempre qualcosa piu' ad ovest di altro.
Da qui e' l'Europa ad essere Estremo Oriente e la zona Mesopotamica e' per loro il Far West.
Punti di vista.
Prospettive.
Anziche' averne una sola, quella dell' "uomo bianco", viaggare lontano te ne fa vedere altre.
A volte, se ne si ha voglia e la curiosita'.
A volte no.
"Illuministico" mi piace perche' rappresenta il momento storico fondamentale che iniziato con Galileo, ha portato la civilta' europea a quello che e' oggi, paradossalmente assieme alla religione cristiana. Perche' l'illuminismo prevede certamente la superiorita' della ragione ma rimane ancorato alla visione dualistica tipica delle religioni monoteistiche mediterranee tra le quali spicca quella cristiana poiche inoculata nel territorio nei secoli da imperatori e sovrani vari. Il principio di queste religioni  che mi interessa si basa sulla distinzione netta tra il bene e' il male, un bianco e nero senza possibilita' di sfumature. In poche parole, la pretesa di universalita'
Il mio cavallo di battaglia per spiegare questo concetto e' un esempio sul settimo comandamento, non rubare. chiaramente generalizzo, ma per molti cristiani rubare e' un peccato gravissimo, poco importa se rubi una confezione di lenticchie perche i tuoi figli stanno morendo di fame e non hai i soldi o se invece lo fai per arricchirti arrecando danno ad altri. Rubare e' male e non rubare e' male. Punto. Fine della storia. E l'illuminismo con tutto quelloche ne consegue cambia le carte in tavola ma non le regole del gioco: la Ragione come metodo universale per il bene, resto male. Tradotto anche con "io so io e voi nun siete un cazzo", che esprime forse meglio l'idea intrinseca di superiorita' di un concetto (il Bene, Dio, la Ragione, la Scienza e la Tecnologia, la Democrazia e la cucina tipica bolognese) su l'altro (il Male, Satana, la Passione, la Religione e le Tradizioni, l'Anarchia e  la novelle cuisine) rimanendo spesso nell'ambito appunto concettuale dei principi e delle idee senza mai contestualizzarlo nella vita quotidiana.
Tra le comunita' asiatiche e' piu frequente invece l'idea di relativizzare i concetti mettendoli in prospettiva, eliminando cosi la dicotomia assolutistica bene/male con il principio che scientificamente viene detto  "dello yin/yang", quel cerchio composto da due gocce all'interno delle quali vi e' un cerchio piu piccolo del colore opposto, a rappresentare come non possa esistere un bene assoluto o un male assoluto. So che molti cristiani storceranno il naso, ma volendo questa idea si trova tranquillamente anche nella Bibbia: Dio e' per definizione in tutto, quindi anche nel suo opposto, altrimenti vorrebbe dire che esiste qualcosa che e' esterna a Dio e questo per definizione non puo essere. e' in ogni cosa e creatore di tutto, anche di Lucifero il quale a sua volta e' fatto della stessa sostanza degli angeli essendo stato lui uno di loro, anzi il piu vicino a Dio.
Per farla ancora piu' semplice e generale: non esiste una verita' universale (e se non esiste non ha manco senso cercarla). e ognuno ha il diritto crea il proprio modo di rappresentare il mondo.
Questo ragionamento e' (molto semplificato) il concetto alla base di molte culture asiatiche e dell'Esistenzialismo in Europa. Ovviamente questo e' il mio personalissimo modo di vedere le cose e chiunque e' libero di vederla in un altro modo altrimenti di che abbiamo scritto fino ad adesso?


Tornando a bomba su Singapore si diceva che era la citta' perfetta e bla bla bla. Ed in effetti sulla carta lo e' cosi come molti probabilmente la troveranno tale. Ma io la trovo un po troppo perfetta, troppo costruita a tavolino. Singapore mi sembra un enorme parco giochi: divertente e bello per un breve lasso di tempo, ma alla lunga ti accorgi che e' tutto costruito, finto. Anche l'aria, dato che ovunque c'e la presenza di condizionatori che sputano getti freddi a palla di cannone, non e' quella reale. Sembra una contraddizione ma il suo unico difetto e' cercare di non avere difetti o, per riprendere il discorso di prima, essere tutto bianco (o tutto nero) ma finendo invece per lasciarmi la sensazione di irrealta'. Con questo non intendo dire che e' una brutta citta', ci sono cose che se non avessi visto qui avrei dovuto fare probabilmente altri viaggi piu complicati, o non ha mai trovato una citta' cosi' pulita in tutte le sue strutture (Little India a parte), pubbliche o private, una maniacale efficenza burocratica e una marea di altri pregi, tutti che stanno nella mia personalissima lista "la mia citta ideale" eppure non parte, non c'e feeling. A dispetto del clima, la citta' ti accoglie freddamente. anzi non ti accoglie affatto, ti lascia farequello che vuoi, silenziosamente controllando che tu non esca dal seminato che Singapore ha previsto per te. Le trasgressioni costano caro, iniziando dal ridicolmente elevato prezzo dell'alcool, alle multe che toccano i 1000 dollari se mangi in metro e nelle sue stazioni, fino alla pena di morte per spaccio. Per carita', alcune limitazioni sono pienamente condivisibili e vorrei che in Italia prendessero spunto per qualche forma di educazione civile. Ma cosi l'impressione che mi lascia e' quella di una esasperata ricerca  di privazione del "lato dionisiaco" a favore di un assoluto "lato apollineo", una citta' ragionata nel piu piccolo particolare senza un briciolo di sentimento. E non sto parlando delle persone, ma della cittla' inteso come organismo vivente di per se' e di cui la popolazione ne e' una parte, pulsante e necessaria certo, ma non la sola a definire la citta' stessa.  E come ogni organismo contiene una parte di ragione e sentimento piu o meno in equilibrio tra loro,  cosi e'anche nelle citta'. Tutte le citta' tendono all'ordine ma spesso se ne riesce a cogliere il sentimento che le accompagna.
Londra e' una vecchia signora freneticamente nevrotica, sempre di corsa dietro a mille impegni e non sempre riesce atenere tutto sotto controllo
Granada e' una ballerina, in la con gli anni, un po' impigrita e disordinata, ma estremamente affascinante e giovanile.
Vancouver, e' una ragazza di provincia, serena, semplice e tranquilla. Si sente che non ha l'esperienza delle vecchie citta europee ma con lei non ne senti la necessita'.
Singapore e' un robot, ti affascina la precisione con cui ogni cosa e' stata progettata per far funzionare il tutto, ci giochi ogni tanto perche',  ma finisce li.

IL VIAGGIO TRANSITALIANO: TAPPA 2

Ovvero come ti vo in culo e prendo il treno.

Se ti sei perso pe puntate precedenti, ci sono solo quattro post, usa i muscoli del tuo pigro ditino grassottello per scorrere piu in basso. Altrimenti goditi la tua beata ignoranza e lamentati che il blog e' fatto male, che tu lo avresti fatto millemila volte meglio e che un tempo qui era tutta campagna. Poi guardati allo specchio e scoprirai perche il tuo paese va a rotoli.
Per arrivare a Paola ho pedalato lungo la Statale 18 che mi porta diritto alla citta', allontanandosi dalla costa e regalandomi una salita che ad oggi le mi gambe per ringraziarmi vanno a sbattere autonomamente contro gli spigoli di ogni mobile ad altezza ginocchia. Quello che ignoravo era che dopo Paola la statale continuava a salire. Forte del mio non training decido quindi di cambiare strategia e punto sulla litoranea forte di alcune certezze frutto stavolta dell'esperienza del giorno precedente. A livello pratico avrei evitato di arrampicarmi sui monti, le gallerie e i TIR diminuendo considerevolmente le possibilita' di finire spappolato sul ciglio della strada assieme alle numerosissime carcasse di animali che gia segnavano il percorso tipo sassolini di pollicino.
A livello estetico avrei potuto ammirare il panorama del mare sulla mia sinistra e attraversare i ridenti paesini lungo la costa risparmiandomi il triste spettacolo di una superstrada tra le montagne. Nono esattamente quello che avevo in mente per il viaggio. Bullandomi di questa grandissima mossa, pensando di aver beffato il destino parto: e la prima tratta e' in discesa. con un sorriso a trentaduedenti godo del vento e delle proteine gratuite cammuffate da insetti che mi si ficcano tra i denti e inizio la seconda tappa. Destinazione prevista Maratea, con pausa pranzo a Scalea. La strada prosegue pianeggiante senza troppe difficolta e io me la rido sotto i baffi per questo lampo di genio improvviso non sapendo ancora cosa mi sarebbe capitato.
Essendo fine agosto i paesini sul lungomare si vanno svuotando lasciando le strade pressoche deserte ed un atmosfera da villaggio fantasma che levati signora mia! Da alcuni edifici deserti, bruciati dal sole e la salsedine a cui va aggiunta una manutenzione condominiale fatta con bombe a mano, ti aspetti da un momento all'atro vedere il luccichio di un fucile da cecchino pronto a farti secco. e siccome l'unico altro essere vivente li attorno ero io, ho accellerato il passo. sai mai che per una volta il mio sesto senso ci pigli. (SPOILER: NO)
Inizialmente piu che paesini, erano piuttosto agglomerati di condomini attorno ad una strada con (nell'ordine) tabacchicartoleriaedicola, minimarket e se andava di culo una macelleria. Perche se sei sul mare du salsiccette s'hanno da magna'. La sensazione che il lampo di genio mi avrebbe evitato si alcune difficolta ma procurate altre arriva appena entrati in nel primo paese degno di questo nome, che si dirama su piu di una strada ed e' addirittura fornito di segnaletica stradale, cosa bizzarra dal momento che nessuno ne conosce il significato. Appena entrato quindi cerco il lungomare un po' a naso e un po' con l'aiuto del mio telefonino Hi Tech con GPS incorporato di cui non faccio pubblicita ma ora che Snowden se ne e' uscito con queste cose delle intercettazioni, se mai verranno rese note le mie, sara il caso di trovare una scusa plausibile per tutte quelle pagine riguardanti "anal plug usb music player". Cosi su due piedi direi per ottimizzare gli spazi quando sei in viaggio in bici. Magari ci credono (SPOILER: NO)
E qui il dramma. Perche il telefonino ha la possibilita di geolocalizzarti su una nota mappa che sta in internet, ma la suddetta mappa non distingue i sensi unici ma suprattutto una mulattiera sterrata da un strada cittadina qualsiasi.
Ed e' infatti una mulattiera sterrata che mi si para innanzi.
alle 11.30 di quel mattino.
e in cielo non una nuvola una.
Con lo stesso entusiasmo che avrei nell'ascoltare un brano di Povia scendo e comincio a farmela a piedi.
Ora avevo previsto di fare uno di quei pippotti sulla rapporto ciclista e bici come metafora del rapporto di coppia, dove la bici ha i suoi limiti e tu devi volerle bene per quella che e' eccetera eccetera ma solo a pensarlo mi sono cadute le palle sotto al tavolo. Percio' anziche' scriverlo vado a recuperare le mie gonadi, voi accontentatevi di queste poche righe qua sopra, se volete sviluppate il concetto liberi di farlo. Altrimenti andiamo oltre che senno' non si finisce piu' signora mia.
Finita la mulattiera e i santi del calendario, salgo in sella e proseguo fino a Scalea, tappa intermedia dove avevo previsto la pausa pranzo. Seduto su una panchian coperta dall'ombra di un alberello piantato sul marciapiete della strada principale del paese, consumo la frutta che mi ero portato con me e mi guardo attorno.
Il deserto. Sono le due del pomeriggio, nessun negozio aperto, neanche i bar, e solo una signora si avvicina all'orizzonte. Magari vuole uccidermi e prendere possesso della panchina, unica zona d'ombra nei paraggi, e sono pronto a difendere la mia posizione coi denti. In realta' se non fosse stato per la signora le cose avrebbero preso tutta un altra piega che le mie gambe non avrebbero retto. Si perche la signora mi si avvicina incuriosita e mi chiede dove sto andando e dopo averle risposto mi indica le montagne dicendo "Maratea e' lassu'"
La ringrazio mentre contemporaneamente penso "COL CAZZO!": mi rimetto in moto e mi dirigo in stazione, direzione Salerno. Mi piange un po il cuore saltare Agropoli ma non ne ho proprio cazzi di scalare.
In stazione il karma si rifa' vivo ricordandomi che puoi essere gentile onesto ed educato finche' ti pare, ma se ti pigliano male non ce ne sta per nessuno. E non so a voi, a me e' capita spesso. Chissa perche, forse per i due o tre disegni sulla pelle, boh.
ho dato un titolo a questa esperienza: L' ITALIA IN UNA STAZIONE

In stazione l'orario ufficiale Trenitalia mi dice che c'e' un regionale (unico treno usufuibile dai portatori sani di bicicletta) abilitato al trasporto bici (perche scopriro' piu avanti che non tutti lo sono, giusto per rendere il tutto piu interessante) alle 16.05. La biglietteria e' chiusa ma c'e un distributore automatico. Easy Peasy. Ma anche no. La biglietteria automatica accetta banconote e carte varie ma non puo' emettere i biglietti. In pratica un culo senza ano. Faccio presente la cosa all'unico evidente lavoratore in stazione, il barista, sperando che avesse dei biglietti chilometrici o una bacchetta magica ma non possiede nessuno delle due cose. Al loro posto ha due informazioni utili: la vera biglietteria non e' quella nell'atrio ma sta sulla strada a cento metri dalla stazione (riaccendiamo la speranza) e apre alle 16.30 (seppelliamo la speranza). A questo punto l'unica soluzione rimasta e' aspettare il treno, andare dal controllore a spiegargli la situazione e comprare da lui biglietto piu supplemento per la bici e finalmente salire a bordo in maniera del tutto regolare e legale. Il vecchio barista, possessore della conoscenza e nominato da me saggio mentore, annuisce dandomi la sua benedizione. Il regionale si ferma e io mi dirigo verso il primo vagone da dove scende il responsabile del convoglio a spiegargli la situazione e questo con la faccia da "tu sei chiaramente un drogato che non ci ha i soldi per il biglietto e mi vuoi tirare scemo adesso vedi come ti faccio la festa" se ne salta fuori con una multa di trenta euro di multa. Per chi non lo sapesse, nel caso in cui un viaggiatore venisse colto non in possesso del biglietto, dovra' pagare il prezzo del biglietto maggiorato di un valore da 5 a 50 euro, credo in base alla simpatia che il viaggiatore suscita al capotreno. Immaginate quindi quanto potevo risultargli piacevole io, come un comizio di Bossi post-ictus da tradurre in tempo reale in cinese. O piu' verosimilmente, come se dovesse fare del lavoro non previsto. Provo a fargli capire che non mi interessa cio che dice Bossi e che le mie oneste e cristalline intenzioni  si sono frantumate male contro due biglietterie che non bigliettano per motivi differenti tra loro ma nulla, il capotreno e' adamantico sulle sue posizioni e a puntellare le sue ferme convinzioni ci pensa il macchinista, sceso per l'occasione a dare man forte al collega.  Fino a quando non arrivano altre persone impossibilitate a fare il biglietto per il mio stesso motivo e questo deve aver fatto scattare qualche interruttore nel cervello del controllore (ad occhio e croce direi l'accensione) che per un millesimo di secondo deve aver avuto l'intuizione, consapevolezza mi sembra un termine eccessivo, di non essere vittima di un flash mob con tema "sfotti il capotreno" e che forse quel personaggio vestito a festa, coi disegni sulla pelle e la ferraglia in faccia, forse non sta raccontando balle. Ed e' qui signore e signori che si tocca il punto piu' surreale della storia, quando il capotreno nel farmi il biglietto si preoccupa di avvisarci che nel caso altri colleghi venissero a chiedermi il perche' di questo biglietto in vettura senza multa, sara' mio compito ragguagliarli sul fatto che la biglietteria automatica era guasta perche accettava solo carte. Nel caso vi foste distratti lo ripeto. Ti faccio il biglietto dove scrivo che la macchinatta e' guasta, non per il vero guasto (sai mai che qualcuno possa andare a risolverlo)  ma con uno inventato.
Totalmente spiazzato, evito di farlo notare anche perche e' calabrese e come tutti i calabresi vuole avere l'ultima parola, e mi siedo.

Da qui il viaggio prosegue senza problemi fino a Salerno: albergo, cena e nanna. Le gambe riposeranno anche il giorno successivo dal momento che e' prevista un'altra tratta in treno fino a Pescara. Previsione che come al solito non avverra'.


giovedì 17 ottobre 2013

IL VIAGGIO TRANSITALIANO: TAPPA 1

Ovvero la partenza

se ti sei perso i primi due capitoli di questa fantasmagorica avventura, li puoi recuperare qui e qui.
se non te li sei persi sai a che punto siamo rimasti o se invece semplicemente non ti frega nulla di sapere cosa e' successo prima prosegui pure la lettura.
E' arrivato il momento di partire. Forte del mio training potentissimo, per sicurezza ho trovato tutti i collegamenti ferroviari per rientrare a casa. Tutti rigorosamente regionali. Male che vada sara' una avventura pure quella, grazie Trenitalia.
Grazie al cazzo, aggiungerei.
Un altro motivo per cercare un percorso alternativo alla bici e' stato dettato anche da motivi metereologici: da qualche giorno infatti pioveva a secchiate, con contorno di tuoni, fulmini e saette. Perche a noi farci mancare qualcosa ci fa schifo. E siccome Milady e' una bici  con forcelle in carbonio, e ultimamente non mi bacia manco la fortuna per sbaglio, magari e' meglio non farsi trovare per strada con sotto al culo un mezzo che potenzialmente attrae scariche elettriche da 1.21 Gigawatts di potenza.
L'ultimo che ne ha preso uno e' ancora li che trema. Ed era in macchina.
Il giorno della partenza vengo appunto svegliato in anticipo sulla tabella di marcia da un temporalone di quelli grossi. Potrei dirvi che e' durato un sacco di giorni ma questa idea sembra che sia venuta a parecchi quindi diro' semplicemente che alla fine ho optato per partire col treno. Se e' vero che chi ben comincia e' a meta' dell'opera, annamo bene.
Il piano consiste nell'arrivare a Lamezia Terme in treno nella speranza che intanto finisse di piovere, fare una tappa ad Amantea dove tramite l'internet ho trovato un negozio di bici che avrebbe potuto fare un check up alla bici per poi proseguire verso Paola - Paola - Stazione di Paola.
Il check up andava fatto dal momento che per caricarla in aereo ho dovuto smontare Milady e avendo lo stesso quantitativo di conoscenza in montaggio e manutenzione bici e in fisica quantistica*, in un momento di epifania (o istinto di sopravvivenza) ho pensato che non sarebbe stata una cattiva idea se l'avessi fatta vedere da qualcuno piu esperto. tipo un anziano qualsiasi.
Che io poi ce lo so che siete gia li a pensare "ma guarda questo! come si fa a fare un viaggio del genere senza conoscere nulla di biciclette!" e sorridendo vi regalo un sacchettino di "cazzi-vostri": due cucchiai a colazione e passa la paura.
Insomma si parte! il piano e' stato cambiato all'ultimo (non succedera' mai in questo viaggio), gli zain sono pieni, la bici e' a posto' l'umore e' a zero. Ogni volta che s'ha da fare qualcosa di nuovo, immediatamente prima del via sono li a ripetermi chi me lo ha fatto fare. tipo che la partenza sembra piu un andare verso un immaginario patibolo. Poi pero' si parte e non e' vero un cazzo e ce la si spassa a dumila.
Alla stazione successiva il controllore ferma il treno.
Se dovessi dare una interpretazione ai messaggi subliminali che l'universo mi sta mandando potrei dire con quasi certezza assoluta che:
1) l'Universo non vuole che io parta.
2) il prossimo segno sara' un meteorite che colpira' il treno facendolo esplodere e lanciandone i resti per aria che comporranno la scritta "'MA 'NDO CAZZO TE CREDI D'ANNA !"
L'Universo abita al Testaccio.
La causa della fermata coatta del treno e' dovuta al fatto che due passeggeri non trovano soldi e documenti da mostrare al controllore. Che di secondo lavoro fa il mago perche con una parola magica fa apparire gli oggetti scomparsi nelle tasche della coppia.
La parola magica era "adessochiamoicarabinieri".
Da Tropea a Lamezia il viaggio scorre liscio, nessun meteorite colpisce il treno e addirittura il cielo schiarisce.
Sceso dal treno, tocca vestirsi per la pedalata (col cazzo che mi vedrete MAI vestito da ciclista se non ho da mettere il culo in sella in 30 secondi).
La tenuta consta di (dal basso verso l'alto)
1) scarpa da ginnastica in sostituzione delle infradito. Avrei potuto optare per le scarpette professionali, quelle che si agganciano al pedale ma poi mi dimentico di essere incollato ai pedali e cado male. True Story
2) pantaloncino attillato con rinforzo per il culo (grazie a te che li hai inventati, ti dovrebbero fare un monumento) nascosti durante il viaggio in treno sotto le braghe normali.
3) maglietta di plastica. dicono che sia traspirante.
4) caschetto. che ti salva la vita ma uccide il buon gusto.
La strada non la puo' sbagliare neanche una donna se volesse**: basta andare dritto e arrivi a Paola, passando per Amantea.
Pedalata tranquilla, la strada e' buona e costeggia il mare, temperatura ideale per mettersi in marcia, poco traffico, tutto sembra andare per il verso giusto quando davanti a me si presenta un nuovo imprevisto: una galleria, e anche piuttosto lunga. Inutile dire che il ciclista nella scala del potere stradale si pone solitamente tra l'"idrante" e il "riccio" ma in galleria la sua posizione scende vertiginosamente in zona "pozzanghera", ovvero quello che potrebbe diventare se lo tirano sotto. una pozza di cattivo gusto, e non solo per il caschetto.
Arrivato ad Amantea mi dirigo verso il negozio di bici che, guarda un po', e' chiuso per turno. Un anziano signore, gentilissimo mi dice che poco piu avanti ce ne sta un altro e mi ci fiondo. Casomai vi fosse venuto il dubbio, era chiuso pure questo. Il negoziante, mi informano i vicini, e' appena tornato dal mare e scendera' a momenti. Un ora dopo non si vede e quindi anche vaffanculo, si prosegue verso Paola.
La strada prosegue ancora un po' vicino al mare poi a 13km da Paola la Statale 18 comincia a salire, di quelle salite lunghe ed e' proprio qui dove il training a provola e nduja ha dato il meglio di se' facendo urlare alle gambe epiteti irripetibili e incomprensibili che pero' sono quasi sicuro avessero a che fare con i miei avi e direi i santi del calendario in ordine inverso. Entrato in citta' (il centro di Paola NON e' sul mare, ora lo so) la salita si fa ancora piu ripida tanto che le macchine rumoreggiano a suon di prima ingranata. All'urlo di "ma anche no" scendo e arrivo all'ostello della gioventu' a piedi. L'ostello e' su tre piani, non c'e nessuno e mi mettono all'ultimo. L'ascensore c'e' ma non va. Un po piango dentro. Accendo la tv in camera e trovo Nanni Moretti che mangia da un enorme vaso di Nutella e mi tiene compagnia fino a che non esco per comprare il pranzo al sacco per il giorno dopo e andare a cena. Non varrebbe la pena neanche di scriverlo, ma il posto che mi avevano detto di provare quel giorno aveva una festa di compleanno di qualche ragazzina che aveva prenotato per la sua festa di compleanno. Augurandole di strozzarcisi felicemente male con quello che avrebbe mangiato, mi dirigo verso la piazza in cerca di qualcosa d'altro. Qui dei ragazzi stanno facendo il sound check per il loro concertino di cover '50 '60 '70 che mi fara' da colonna sonora mentre butto giu' questo pezzo.


*questo non sara' un motivo sufficientemente valido dal trattenermi ad atteggiarmi come massimo esperto di entrambe le materie, per osmosi
** studi scientifici hanno dimostrato che un numero considerevole di donne non riconosce la destra dalla sinistra. di queste tutte, se glielo fai notare, si incazzano pure.

giovedì 10 ottobre 2013

INTERVALLO

Stando a quello che avevo programmato per questo blog, l'argomento trattato sarebbe dovuto essere esclusivamente il resoconto creativo della mia estate italiana (italiana-na-na-na-na). Ma se non lo avete ancora capito, o semplicemente siete iscritti al M5S, da un po di tempo mi capita questa cosa stranissima che mi organizzo per fare una cosa e poi puntualmente cambio in corso d'opera. 
Va che storia! 
Che dopo un po' ci prendi pure la mano e tutto va alla grande. Tipo come andare in barca: all'inizio devi concentrarti per non vomitare anche il pandoro del natale '85, dopo un po' puoi anche sbruffoneggiare leggendo un libro. Solo che in questo caso senza vomitare (non sempre). 
E siccome nel frattempo e' successo che da Bologna mi sono spostato vi raccontero' di dove sono ora.  Se volete vi faccio pure un piccolo quiz, tanto non si vince un cazzo.

DOVE E' ANDATO BOMB?

no scusate faccio una parentesi assolutamente doverosa e necessaria per il video qua sopra, vincitore del primo premio al concorso "AD CAZZUM 2013". Premio che consiste in una visita gratuita dall'otorinolaringoiatra perche e' evidente che l'autore non abbia ascoltato il testo manco per errore.
Ma se la canzone parla esplicitamente di sto omino che va a singapore per raccattare piu topa a mandorla possibile, ti sembra il caso di mettere due che, oltre ad essere cani inguardabili, passeggiano in un paesino di montagna e cercano di unirsi nel sacro vincolo del matrimonio?

Tornando al nostro quiz, immagino che abbiate tutti capito dove passero' i prossimi mesi a venire. Anche tu fedele di Beppe Grillo, se la smettessi di urlare "SVEGLIAAA!!! E' A CASALPUSTERLENGO!!1!!1!!!" e togliessi l'imballaggio al tuo cervello, saresti facilmente giunto alla conclusione che sono a Singapore. Ora tieni un pennarello e la settimana enigmistica e vai a riempire tutti gli spazi coi pallini.
Dicevamo Singapore: atterrato oggi dopo un viaggio iniziato 15 ore prima. 
Avvenimenti importanti da segnalare durante il viaggio: 
1) nessun bambino ha rotto il cazzo piangendo (cosa che credo sia oramai in omaggio con i viaggi low cost, che devi pagare un sovrapprezzo per non farlo piangere, tipo priority boarding)
2) una signora anziana turca mi ha preso il posto per stare vicino alle nipotine (se le fa stare zitte se poteva pure magna' la mia cena) o per stare lontano dal marito che mi sono trovato a fianco
3) il fatto che a fine viaggio dal suddetto marito arrivassero a intervalli regolari odori di peti mi fa propendere per la seconda opzione
4) per essere subito simpatico alla crew di bordo ho richiesto un menu vegetariano e gluten free. 
5) sulla prima tratta e' andata bene (a parte la fame micidiale). Sulla seconda mi hanno servito pane e pasta scotta. se fossi stato ciliaco sarei morto. era il loro modo per mandarmi a cagare. Con la beffa aggiuntiva della consistenza collosa. Giustamente.
Singapore, citta' che a vedere le immagini sull'internet parrebbe ipertecnologica e forse lo e' davvero ma solo quando ci entri: mai fatta una coda del genere per far vedere il passaporto!
Ah. Sull'argomento dogana vorrei aprire una sezione a parte che penso di intitolare "Appena atterrato e subito fermato" visto che sembra sia la prassi ovunque. Ma essendo una cosa che sto programmando ora ci sta che non succedera' mai (follower M5S, se non capisci perche', ricomincia a leggere da capo)
Singapore, citta' il cui nome in antica lingua locale vuole dire "umidita'". Wikipedia spiega che essendo a poche centinaia di chilometri dall'equatore, la percentuale di umidita' e elevatissima. per rendervi l'idea, immaginate di aver parcheggiato la vostra auto nera in uno di quei parcheggi abusivi senza ombra la mattina di ferragosto per passare la giornata al mare. Ci siete? Perfetto. Alle 16.35 vi ricordate di aver lasciato qualcosa in macchina e andate a riprenderlo. Aprite lo sportello e un muro appiccicoso di caldo vi fa capire che avete fatto la Cazzata. I subscribers del M5S avranno solo una pallida intuizione ma vabbe, arrivati ad un certo punto l'evoluzione prosegue il suo corso (mammagari!). Ecco a Singapore e' cosi, solo che anziche' essere arrivato dal mare, provieni dall'interno di un frigo. Eh si perche qui mi sembra di capire che ogni locale, pubblico o privato che sia, spara aria condizionata a palla di cannone come se non ci fosse un domani. tipo che io, in un bilocale, ho DUE condizionatori a muro. lo yin e yiang della morte. Sicuramente e' un complotto delle industrie farmaceutiche per vendere piu sciroppi per la tosse...dove vai Grillino stavo scherzando! resta qui che poi ti faccio riprendere le scie chimiche!
A parte questo non ho avuto molto modo di fare molto altro dal momento che poco dopo aver messo piede in casa si e' abbattuta una di quelle piogge da voler solo preparare una cioccolata calda, infilarti sotto le coperte e vedere serie TV a ripetizione. Peccato che il mio frigo fosse vuoto.
Piccola nota nostalgica. Sono a Singapore per lavoro, lunedi iniziero' a lavorare per la Industrial Light & Magic, ILM per chi bazzica un po in queste cose. E l'altro giorno pensavo quando a casa della mia prima morosa, per merito del padre che sciappinava con il PC (tipo Corel Draw o PhotoPaint) mi misi a giochicchiarci pure io. non so che collegamenti sinaptici avessi fatto (la droga) ne' ricordo come, ma riusci ad arrivare a una pagina web della ILM.
loro avevano l'internet e potevano farlo. era una pagina con i requisiti per le assunzioni. se fosse un film adesso dovrei dirvi che da li in avanti mi sono fatto il mazzo per rientrare in quei requisiti. Invece no: ho continuato a fare la mia vita senza studiare, e lo stesso pensavo che mi sarebbe piaciuto lavorare per la ILM. Cazzo se mi sarebbe piaciuto! 
E bon, adesso ci siamo.

martedì 1 ottobre 2013

AVVISO

insomma a quei tre amici* che ieri hanno ricevuto via mail l'indrizzo di questo neonato blog. voi credevate che dopo due post uno in seguito all'altro questa paginetta prendesse un ritmo da batteria drumm'n'bass e in poche ore trovassi tutto il resoconto del viaggio.
e che so', Mandrake (leggi: Mandrache)?
e' solo che mi sono fatto prendere dall'entusiasmo iniziale e la mia conoscenza di gestione di siti internet e' uguale a quella di mio nonno (scegliete vobis il periodo: quello attuale in cui e' in una confezione di legno sottovuoto, o quello in cui era vivo ma non ha mai avuto modo di vedere un PC) e non ho idea di come si faccia a pianificare l'uscita degli articoli**.
Ma principalmente sono pigro e distratto. Talmente pigro che uuuuuh guarda! Farfalle ad ottobre! Che storia!
Insomma il resoconto continuera' con cadenza sett...bisett...ma chenneso' rega' quando ci ho voglia scrivero'! Voi ogni tanto passate di qua e dateci un occhio.

*si, lo so, potevo mandarvi un altra mail, era piu' personale ma sticazzi.

**per la cronaca, ora lo so

*** (che non c'era ma vabbe') Ora. 
Io lo so che qualcuno leggendo queste righe avra' notato l'assenza di accenti sostituiti con apostrofi e stara' (appunto) gia' (aridaje) a sistemarsi meglio la sua montatura degli occhiali sul naso per riprendere questo obbrobrio grammaticale. Lo so anche io e me ne dolgo pero':
1) ho la tastiera inglese che non ha le vocali accentate (parliamo di una popolazione che non sa distinguere tra un articolo e un avverbio, figuriamoci se hanno la piu' pallida idea di cosa sia un accento. E poi guidano contromano)
2) come detto sopra, sono pigro e di trovare le combo per una a accentata non ne ho punta voglia per cui
3) non mi rompere il cazzo

grazie. 

lunedì 30 settembre 2013

IL VIAGGIO TRANSITALIANO: LA PREPARAZIONE

Ovvero il periodo calabrese.
Due settimane. Un po' meno in realta'. In un bilocale in un bilocale con mio padre. Se voi pensate che io, un mezzosangue, sia un testone da usare al posto del martello per attaccare i chiodi al muro, non avete idea di che cosa possa essere un calabrese purosangue. E per di piu' anziano e a casa sua. Se Naoto Date fosse vivo mi avrebbe scritto un bigliettino con su scritto "tana delle tigri era un kindergarden al confronto". Ma e' morto e quindi mi sono ritrovato solo il biglietto di Stephen Hawking con sopra stampato, con una evidente vena ironica: (voce metallica mode ON) "ah-ah vedi che stare in carrozzina ha i suoi pro.ora pedala, lasagna!". E io me lo immagino cosi, mentre detta alla sua segretaria il suddetto messaggino, col viso sorridente per le taglienti parole e la bava che gli cola da un angolo della bocca. E ora che lo avete immaginato anche voi, vi aspetto all'inferno. Do' una festa questo fine settimana nel mio superattico vista mare di fiamme.
Ma torniamo a noi. 
Complice il tempo un po' pazzerello (con piogge a caso durante la giornata), un manto stradale che mi ricordava piu la superficie lunare che un lavoro dell'Anas Aiscat Societa Autostrade e con la collaborazione dell'Aci, vuoi che la segnaletica stradale e' considerata un manufatto messo li da qualche antico sciamano o druido per scopi a noi ignoti tipo Stonehenge ma soprattutto  l'aria di mare che immancabilmente mi attiva la modalita "STO IN VACANZA STICAZZI TUTTO E TUTTI", complici tutti questi fattori la mia preparazione al viaggio si e' basata su due pilastri principali, saldi e resistenti come le torri gemel...ahem...come le piramidi: nduja e provola silana. Per chi non sapesse cosa fosse la nduja, si ponga un cartello sul petto con scritto "VERGOGNA" e se lo vada a cercare su internet, non vi meritate manco una spiegazione. Questo come dieta base da affiancare ad un sano esercizio fisico che consisteva in poltrire su una barchetta (da qui in avanti "la bagnarola") o sulla spiaggia quando il tempo lo permetteva, o in casa quando invece il tempo non era cosi magnanimo. Se tu che leggi queste simpatiche righe stai ripensando a cosa facevi in quei giorni di fine agosto e ti sei accorto che stavi a lavorare come un matto, sappi che ti sei perso questo:

dalla finestra di casa
stai rosicando? Eh lo fa. Ti invito a scrivere a Stephen Hawking.

Insomma e' chiaro che salire in bicicletta fosse diventata la mia ultima preoccupazione. E non ho ancora parlato delle volte che c'erano le cene/ritrovi con quei parenti con i quali le famiglie non hanno litigato tra loro. E' una cosa che secondo me va studiata antropologicamente ma non mi e' ancora capitato di vedere una famiglia calabrese i cui parenti non si siano denunciati tra di loro. O almeno mandati a fare in culo
Ho avuto modo di farne una, intesa come cena tra parenti. E stato bello rivedere persone che non vedevi da un sacco di anni ma quello che mi ha colpito di piu' e' stata la location. mi ci portavano i miei da piccolo e assieme a tutti i parenti si passavano i pomeriggi. Non era sul mare, era in campagna piena: c'era la fattoria con mucche, maiali, galline e un asino, il tutto circondato da campi di grano e fichi d'india. Ora gli animali non ci sono piu e i campi sono stati riempiti con qualcos'altro che non ricordo mato che  non e' questo che mi ha colpito maggiormente. C'era un mandorlo in questo posto. Da piccoli ci si arrampicava per scuotere i rami per farne cadere i frutti. O cosi o con le canne di bambu' si cercava di colpire le mandorle per poi raccoglierle, aprirle con un sasso e mangiarsele. Il mandorlo c'e' ancora. mi han detto che ne ha passate tante e va detto, si vede che e' invecchiato. Anche stavolta coi cugini si sono raccolte le mandorle, solo che stavolta mi e' bastato alzare la mano per prenderle. 
E no, non e' un mandorlo nano. Fanculo, non si puo' scrivere nulla di serio che poi subito le persone iniziano a sfottere. Andiamo avanti va, che mi sa che e' meglio.
Altro evento che e' degno di nota di questa "preparazione altetica" e' quello che l'accolita dei rancorosi chiamava l'Happy Hour. Ora, passi che non sai che cosa sia la nduja, ma se anche il concetto di Happy Hour ti e' ignoto, dovresti caro lettore cominciare a prendere in considerazione l'idea di spegnere il pc e provare ad uscire qualche volta di casa. Comunque siccome mi sento magnanimo, faccio un bel respiro e ti spiego cosa intendo per l'accolita dei rancorosi (fregato!).
Con "accolita di rancorosi" ho identificato quel gruppo di ultrasessantenni di cui anche mio padre faceva parte che alle ore 18  di ogni sera, senza nessun avviso precedente, si ritrovava presso il solito ristorantepizzariaspecialita'polloalmattone per bere e mangiare fino a che i componenti del gruppa non venivano cacciati via dal loro amico oste. Solitamente cio accadeva verso le 22.30/23. a quel punto parte del gruppo abbandonava il campo e i restanti proseguivano verso la gelateria per il dolcetto finale per poi ripiegare verso le ore una di notte a casa. Tutti i giorni. Sabato domenica e festivi inclusi. Roba che se lo faccio io adesso al terzo giorno esplodo. BUUUM!
Loro nulla: seduti al tavolo mangiavano quelle cose leggere, tipiche  della cucina calabra, innaffiavano tutto con del vino rosso  e tra un boccone e l'altro chiaccheravano sui tempi che furono (ovviamente migliori degli attuali), dell'amico che se ne e' andato o di ricordi di cazzate fatte in gioventu. Chiaccheravano e si prendevano per il culo tra di loro anche se spesso il protagonista dello sfotto' era l'oste in quanto unico che lavorava e che quindi si incazzava sul serio, rendendo la cosa sempre piu divertente. Una "compagnia del Chianti" ma piu a sud.
Uno spettacolo antropologico imperdibile che meriterebbe di essere raccontato con piu calma.
Magari un altra volta in un altro post.